È da pochi giorni online il sito del progetto E.A.T (Expanding Anonymous Tipping) del quale Centro Hermes è partner insieme ad altre nove organizzazioni. Attraverso l’utilizzo del software GlobaLeaks il progetto ha lo scopo di creare, nel corso del prossimo biennio, 275 piattaforme di whistleblowing in 10 stati membri dell’Unione Europea e favorire una maggiore protezione dell’anonimato dei whistleblower che segnalano un caso di corruzione o un illecito. Gli stati scelti per il progetto risultano avere un punteggio basso secondo il CPI (Corruption Perception Index) indice stilato ogni anno da Transparency International, organizzazione leader per la prevenzione e il contrasto della corruzione.
Come funziona
EAT permette al whistleblower di scegliere fra tre differenti modalità di inoltro delle segnalazioni, che prevedono un diverso coinvolgimento dei partner di progetto. In ognuna di queste Centro Hermes registrerà alcuni tipi di metadata (a fini di ricerca, valutazione e creazione di statistiche), che saranno successivamente analizzati da Blueprint for Free Speech.
Nel modello A il whistleblower potrà inoltrare la segnalazione ad uno specifico ente pubblico o privato. In questo caso la piattaforma di whistleblowing è tradizionalmente intesa: il processo vede come attori un segnalante e un ricevente.
Nel caso in cui il whistleblower volesse inoltrare la sua segnalazione specificatamente ad un ufficio dell’ente pubblico o privato, potrà utilizzare invece il modello B. Optando per questa modalità è possibile notificare la presenza di una segnalazione (ma non del suo contenuto) anche ai partner di progetto locali: per la Repubblica Ceca e la Slovacchia Oživení, per la Spagna Fibgar, in Italia e Malta The Good Lobby, per la Grecia il capitolo nazionale di Transparency International, e per Croazia e Bulgaria il Media Development Center.
Il modello C, invece, è comprensivo dei primi due e fornisce anche un canale esterno e parallelo deputato ad un media (con particolari funzioni amministrative all’interno della piattaforma). Le informazioni inoltrate dal whistleblower saranno dunque inoltrate sia all’ente pubblico o privato in oggetto, sia ad un giornalista o un operatore dell’informazione.
Per tutti gli attori coinvolti nel processo di segnalazione è importante comprendere che, oltre alla verifica delle informazioni ricevute, è giusto porre attenzione al rischio sociale che accompagna il segnalante nel favorire l’emersione di condotte illecite. In questo Handbook sono contenute informazioni utili sia per chi riceverà una segnalazione, sia per coloro che decideranno di condividere informazioni sensibili.
Al passo con la Direttiva Europea a tutela dei whistleblower, recentemente adottata
Il progetto EAT nasce tenendo conto del framework legale europeo e, nello specifico, della nuova Direttiva Europea a tutela dei whistleblower, adottata il 7 ottobre dal Consiglio Europeo. Ora gli stati membri hanno due anni di tempo per adattare le proprie leggi nazionali oppure, per chi ne fosse ancora sprovvisto, introdurre tutele a protezione dei whistleblower conformi agli standard e alle pratiche internazionali. In questo contesto legislativo è richiesta l’implementazione di un sistema per la ricezione e la gestione di segnalazioni da parte di enti pubblici o privati, proprio ciò che il progetto EAT ha iniziato a fare in 10 paesi europei.